sabato 2 luglio 2011

PERSEO


Insieme a Teseo ed Eracle, è il prototipo dell'eroe mitologico greco. Originario di Argo, nel Peloponneso, compì la sua impresa più grande decapitando Medusa, l'orrenda Gorgone con la capigliatura di serpenti. Di lui si ricorda però anche la storia d'amore con Andromeda, la principessa che salvò dalla morte e alla quale restò fedele per tutta la vita.
Perseo è il meno esuberante tra gli eroi greci. A lui gli antichi non attribuivano centinaia di imprese come a Eracle, nè amori in serie come a Teseo. Si può dire che, dopo l'incontro con Andromeda, Perseo ebbe una vita quasi di routine. Come se in lui l'eroe cedesse il passo all'uomo, pago del suo duplice ruolo di re e marito.

GENEALOGIA DI PERSEO

Come tutti gli ero greci, anche Perseo ha una duplice natura: suo padre, infatti, è un dio, anzi, il sovrano di tutti gli dèi, ZEUS, che detronizzò il padre CRONO sconfiggendolo nella guerra detta "Titanomachia". La madre di Perseo, DANAE, è invece di natura umana: discende dal re di Argo ACRISIO, che la generò con la moglie EURIDICE, figlia dell'eroe spartano LACEDEMONE e nipote di Zeus. Da ANDROMEDA Perseo ebbe ben sette figli: i più conosciuti sono ELETTRIONE e ALCEO, nonni di ERACLE e, di conseguenza, anelli di congiunzione tra i due più grandi eroi (insieme a Teseo) della mitologia classica. L'unica figlia di Perseo, GORGOFONE, è invece ricordata come la prima donna greca a essersi risposata una volta rimasta vedova.

IL FIGLIO DELLA PIOGGIA

Come ogni eroe che si rispetti, anche Perseo ebbe un'infanzia tribolata. Era infatti poco più di un neonato quando il nonno Acrisio, re di Argo, lo fece rinchiudere in una cassa di legno insieme alla madre Danae e lo affidò alle onde. Tutto questo perchè un oracolo gli aveva predetto che il nipote partorito dalla figlia Danae lo avrebbe ucciso. In preda al terrore, Acrisio ordinò che la figlia fosse rinchiusa in una torre senza porte nè finestre, e che le fosse impedito di vedere chiunque. Ma questa precauzione si rivelò insufficiente, in quanto Zeus, invaghitosi della fanciulla, si trasformò in pioggia d'oro e la possedette filtrando attraverso il soffitto della torre. Il frutto di tale unione fu Perseo, la cui nascita Danae tenne per quanto possibile nascosta al padre Acrisio. Un giorno questi, passeggiando per il palazzo, udì però uno strillo di fanciullo provenire dalla torre, e capì di essere stato beffato. La sua prima reazione fu di mettere a morte la nutrice di Danae, convinto che avesse aiutato la figlia a introdurre un amante nella torre. Poi convocò Danae e, incurante delle sue suppliche e spiegazioni, dispose che fosse chiusa in una cassa di legno insieme al neonato, e gettata in mare. In tal modo sarebbero stati gli dèi, e non lui, a decidere la sorte dei due naufraghi.

OSPITI A SERIFO

Trasportati dalle correnti, Danae e Perseo approdarono a Serifo, nelle Cicladi, dove furono accolti dal re dell'isola Polidette. Questi trattò i due naufraghi con generosità, tenendoli presso di sè come ospiti. Quando però Perseo divenne adulto, il sovrano cominciò a odiarlo, poichè ostacolava la sua irresistibile passione per Danae. E ordì un piano per eliminarlo.


IL RICATTO DI POLIDETTE

Durante una cena a corte, Polidette annunciò le sue nozze con una fanciulla dell'isola, ordinando agli ospiti di portargli in dono un cavallo. E poichè Perseo non poteva soddisfare la sua richiesta, Polidette gli intimò di consegnarli la testa di Medusa, la Gorgone dallo sguardo che pietrifica. Se avesse fallito, il re avrebbe fatto sua Danae, con o senza il suo consenso.

SOCCORSO DAGLI DEI

L'impresa imposta a Perseo era disperata, ma l'eroe fu soccorso da Ermes e Atena, che prima lo aiutarono a scovare il rifugio di Medusa, poi lo condussero dalle Ninfe Stigie, da cui ricevette i doni per sconfiggere la Gorgone: un paio di sandali alati, una bisaccia magica e un elmo che rendeva invisibili. Con queste "armi" Perseo si recò nella grotta di Medusa, la sorprese nel sonno e la decapitò. Poi infilò la testa nella bisaccia e fuggì, inseguito invano dalle sorelle alate di Medusa, le Gorgoni Euriale e Steno.

ATLANTE PUNITO

Mentre ritornava a Serifo dopo l'uccisione di Medusa, Perseo approdò nel regno di Atlante, uno dei Titani che si erano schierati al fianco di Crono nella guerra contro Zeus. Stanco e ferito, Perseo sperava di trovare ospitalità dal gigante, che invece lo cacciò in malo modo. Offeso, Perseo estrasse allora dalla bisaccia la testa recisa della Medusa e la mostrò ad Atlante. Neppure la morte aveva cancellato il potere pietrificante dello sguardo di Medusa, che trasformò Atlante in una montagna così alta da reggere con la sua cima l'intera volta celeste.

COLPO DI FULMINE

Di ritorno dalla terra delle Gorgoni, Perseo passò in volo sopra l'Etiopia. Lì vide una fanciulla bellissima, Andromeda, incatenata a uno scoglio. Era la figlia di Cefeo e Cassiopea, sovrani della regione, e l'attendeva una sorte orrenda: infatti il padre, in ossequio ai consigli dell'oracolo, aveva deciso di sacrificarla al mostro marino che Poseidone, per punire Cassiopea (colpevole si essersi dichiarata più bella delle Nereidi), aveva inviato contro l'Etiopia. La sorte della fanciulla sembrava dunque segnata, ma Perseo, stregato dalla sua bellezza, si recò da Cefeo e gli promise, in cambio della mano della figlia, di uccidere il mostro. Poi raggiunse Andromeda e, grazie ai sandali alati ricevuti in dono dalle ninfe, piombò sul mostro dall'alto e lo decapitò. Tornato a corte, Perseo trovò però una brutta sorpresa: mentre era lontano, un altro pretendente di Andromeda, Fineo, si era fatto avanti e, con il sostegno di Cassiopea, aveva avanzato pretese sulla fanciulla. La rivalità tra i due uomini sfociò presto in una rissa, durante la quale Perseo, per difendersi dall'assalto di Fineo spalleggiato da decine di sostenitori, dovette estrarre  la testa della Medusa e pietrificarli. Poi sposò Andromeda e con lei partì per Serifo, dove trovò la madre Danae asserragliata in un tempio: in assenza di Perseo, infatti, Polidette aveva tentato più volte di violentare la donna, che per salvarsi si era rifugiata in quel luogo sacro e inviolabile. Furibondo con Polidette, Perseo si recò alla sua reggia e lo pietrificò, mettendo sul trono, al suo posto, il fratello Ditti. Dopodichè lasciò la moglie a Serifo e partì per Argo, dove intendeva riconciliarsi con re Acrisio. Quando giunse in città, tuttavia, scoprì che il nonno era già fuggito a Larissa, per timore che si compisse l'oracolo secondo cui sarebbe morto per mano di un figlio di Danae. Cosa che in effetti avvenne, in quanto Perseo, giunto a Larissa in cerca del nonno, lo colpì accidentalmente con un disco metallico durante una gara di lancio, uccidendolo. Straziato dal dolore, l'eroe tributò solenni onori funebri al defunto e si rifiutò di sostituirlo sul trono. Lasciò quindi lo scettro di Argo al cugino Megapente, dal quale ricevette in cambio Tirinto, città su cui governò fino alla morte al fianco della moglie Andromeda.


IL VOLTO PERFETTO DELL'AMORE

Eroe nazionale e benevolo, Perseo fu assai popolare nel medioevo, quando la sua passione per Andromeda divenne simbolo dell'amore coniugale perfetto. Tra il XIV e XVI secolo molti artisti furono suggestionati dalla sua figura, e tra questi Benvenuto Cellini, autore di una statua in bronzo ritenuta un capolavoro del Rinascimento. Nel seicento il mito di Perseo fu celebrato da pittori come Pieter Paul Rubens e Rembrandt, drammaturghi come Calderòn de la Barca e Pierre Corneille, musicisti come Claudio Monteverdi e Jean-Baptiste Lully. Meno rilevante la produzione artistica nei secoli successivi, se si eccettua una statua in marmo firmata da Antonio Canova e raffigurante il trionfo dell'eroe su Medusa. Nel XX secolo Perseo ha trovato spazio, oltre che al cinema, nel mondo dei fumetti, dove la Marvel Comics ha creato un supereroe con il suo stesso nome.