La sua casa era l’Oltretomba, su cui regnava come un despota
terrorizzando i morti con la sua oscura presenza. Ma la fama sinistra di Ade
non lasciava tranquilli neppure i viventi, che per timore di evocarlo si
astenevano persino di pronunciare il nome.
Tenebroso e maligno, Ade era ritenuto incapace di provare
sentimenti di pietà o amore. Eppure proprio per amore aveva compiuto la sua
impresa più celebre, rapendo la giovane Persefone per trasformarla nella sua
sposa part-time.
In origine aveva sembianze animalesche, ma poi cominciò a
essere raffigurato come un uomo, anzi come un sovrano, maestoso, misterioso,
inafferrabile. Conosciuto anche con l’epiteto di Plutone, “il ricco”, era come
tutti gli olimpi una divinità ambivalente: legata alla morte ma anche alla
fertilità della terra e alle ricchezze del sottosuolo di cui, in quanto signore
degli inferi, era padrone.
GENEALOGIA
DI ADE
Nato dal matrimonio tra Crono e Rea, Ade (Plutone per i
Romani) apparteneva al clan dominante dell’Olimpo, quello che, al termine della
secolare guerra contro i Titani, si era impossessato del potere raccogliendosi
attorno alla figura regale di Zeus. Di questo agguerritissimo gruppo di
fratelli, che includeva anche le dee Demetra, Estia ed Era, Ade rappresentava
senz’altro il personaggio più inafferrabile e tenebroso: per questo, quando
dopo la Titanomachia si trovò a dover distribuire il comando dell’Universo tra
i suoi familiari, Zeus non ebbe dubbi nell’assegnare ad Ade l’oscuro regno
degli Inferi, tenendo per sé il dominio del cielo e attribuendo a Poseidone
quello dei mari.
Geloso dei suoi possedimenti e delle sue prerogative, Ade
trascorreva gran parte del tempo nella sua reggia sotterranea, condividendo gli
oneri del potere con la moglie Persefone, una sua nipote, nata da una fugace
relazione tra Demetra e Zeus. L’unione tra i due sovrani degli Inferi era
ritenuta infeconda, anche se una tradizione assai dubbia faceva discendere da
Ade e Persefone le Erinni, atroci dee della vendetta.
UN RE
SENZA PIETÀ
Il timore che Ade suscitava nei Greci era inversamente
proporzionale al numero di leggende che gli erano dedicate. Su di lui, infatti,
il mito si dimostrava alquanto vago. Di sicuro si sapeva che era un sovrano
spietato, insensibile alle richieste dei suoi sudditi di poter tornare sulla
Terra, e che, nell’esercizio delle sue funzioni, era affiancato da un gruppo di
mostruosi servitori – tra cui Cerbero e Caronte – che eseguivano con brutalità
gli ordini da lui impartiti.
Il dio dei morti, a quanto si diceva, era poco interessato
alle faccende terrene, e gli stessi litigi e giochi di potere dei suoi fratelli
sull’Olimpo lo lasciavano indifferente. Raramente si allontanava dal suo regno
e, se proprio vi era costretto, vi faceva ritorno il più in fretta possibile.
Non aveva possedimenti sulla Terra, tranne, secondo alcuni, una mandria di
bestiame sull’isola Erizia. In compenso il suo status di sovrano del sottosuolo
gli assicurava il possesso di tutte le gemme preziose e delle ricche miniere
nascoste sotto la crosta terrestre.
La sua vita sentimentale, come si addice a un sovrano dei
morti, era piuttosto morigerata. A parte un paio di abortite avventure
extraconiugali, egli non aveva avuto altri amori che la moglie Persefone,
rapita in Sicilia quando era poco più di una bambina, e poi costretta con
l’inganno a restare negli Inferi. I due vivevano insieme sei mesi all’anno,
durante i quali Persefone adempiva con efficienza ai suoi doveri di regina dei
morti. Nel resto dell’anno, invece, Persefone (su intercessione di Zeus)
tornava tra i viventi, e la sua ricomparsa sulla Terra veniva festeggiata dalla
madre Demetra, dea dell’agricoltura, propiziando la primavera.
Nel mondo greco il culto di Ade era, al di fuori dei culti
misterici, relativamente marginale. Sull'isola di Samotracia, nell’Egeo,
sorgeva per esempio un grande tempio dove una divinità identificata con Ade
(Axiokersos) veniva venerata insieme ad altri dèi. Al signore dei morti era
inoltre dedicato, secondo il geografo Pausania, un santuario ai piedi del monte
Mente, in Elide.
IL
RIFIUTO DI ZEUS
Secondo alcune leggende, Ade, prima di rapire Persefone, ne
aveva chiesto la mano al padre Zeus, il quale però gliela negò, non volendo
apparire agli occhi dell’ex amante Demetra come il responsabile dell’infelicità
della figlia.
TRADIMENTI
MANCATI
Malgrado l’amore per Persefone, Ade tentò per due volte di
tradirla: la prima con Minta, una ninfa trasformata da Persefone nell’omonima
erba aromatica; la seconda con una figlia di Oceano, Leuce, che il dio avrebbe
violentata se Persefone, per salvarla, non l’avesse mutata in un pioppo bianco.
L’ELMO
MIRACOLOSO
Ade partecipò alla lotta contro i Titani, e i Ciclopi gli
fornirono un elmo che, indossato, lo rendeva invisibile. Grazie a questo
miracoloso manufatto, portato in seguito anche da Perseo e Atena, il dio degli
Inferi poté introdursi senza essere visto nella reggia di Crono e rubargli le
armi.
FERITO DA
ERACLE
A parte il rapimento di Persefone, Ade compare solo in un
unico altro grande mito. Lo narra Omero nell’Iliade, dove si racconta che il dio dei morti, quando Eracle scese
negli Inferi per catturare Cerbero, tentò di bloccarlo alle porte del proprio
regno. Ma l’eroe greco lo trafisse a una spalla con una freccia e Ade,
dolorante, dovette essere portato in tutta fretta sull’Olimpo, dove fu rimesso
in piedi da un unguento miracoloso di Peana, il dio guaritore. Secondo una
diversa versione dello stesso mito, Ade, invece, sarebbe stato addirittura
ucciso da Eracle, che lo schiacciò sotto un grosso masso.
LA STREGA
E LA REGINA
Quando giungevano nell’Oltretomba, le anime dei morti
trovavano ad attenderle, oltre ai demoni infernali, anche due dee dalla fama
tutt’altro che rassicurante. La più temuta era ovviamente Persefone, nota anche
come Core in Attica e Proserpina a Roma: costretta suo malgrado a passare metà
dell’anno sottoterra, la dea sfogava il suo rancore accanendosi sulle anime dei
defunti, verso le quali, spesso, si comportava ancora più crudelmente di Ade.
Su di lei, come sul marito, le leggende erano piuttosto scarse: si diceva
comunque che fosse stata al fianco del marito quando Orfeo si presentò da Ade
per chiedergli indietro la moglie Euridice. Ed era nota la sua infelice
passione per il bellissimo Adone, che Afrodite le aveva affidato ancora neonato
e per il quale, poi, aveva perso la testa.
Al suo fianco si incontrava spesso un’altra divinità
femminile, inquietante e misteriosa già nell’aspetto. Si chiamava Ecate e, come
lasciava intendere il suo nomignolo – la dea triplice – era dotata di tre corpi
e tre teste (talvolta di animale).
Amica di Persefone sin dall’epoca del suo rapimento – era stata
lei a confermare a Demetra il ratto della figlia – Ecate era venerata dai Greci
come la dea degli incantesimi e della stregoneria. Si diceva che durante la
notte spedisse sulla Terra ogni sorta di demoni, che il suo arrivo fosse
annunciato dal mugolio dei cani e che amasse soggiornare in coincidenza dei
crocevia, controllando con le sue tre teste ogni direzione. Era anche ritenuta
una dea psicopompa, che viaggiava liberamente tra il mondo degli uomini e
quello dei morti guidando le anime verso il loro destino.
Ad Atene, alla fine di ogni mese, era abitudine lasciarle dei
piatti di cibo agli incroci delle strade: il contenuto veniva poi consumato dai
poveri della città.
TROPPO
CUPO PER ESSERE AMATO
Ade, poi divenuto Plutone presso i Romani, era un dio troppo
estraneo all’escatologia cristiana per interessare gli autori medievali, e
troppo cupo per affascinare gli Umanisti. La sua fortuna nell’arte inizia dunque
solo a metà Cinquecento, anche se già in precedenza lo si trova citato nell’Inferno di Dante (dove tuttavia pare
indistinguibile dal dio della ricchezza Pluto) e nell’Orfeo di Angelo Poliziano. A partire dal tardo Rinascimento, il
ratto di Proserpina diventa invece un topos
ricorrente in tutte le forme d’arte:
in pittura lo si ritrova, per esempio, nei dipinti di Luca Giordano, Pieter
Paul Rubens e William Turner, in scultura nel celebre gruppo marmoreo del
Bernini, in musica nell’opera di Igor Stravinskij, in letteratura in un dramma
di Goethe. Nella cultura contemporanea Ade è un personaggio molto amato dagli
autori fantasy e di fumetti.