martedì 7 giugno 2011

ZEUS (GIOVE)


Zeus (Giove per i Romani) è il signore dell'Olimpo, il sovrano degli uomini e degli dèi, in grado di dispensare il bene e il male e di presiedere al mantenimento dell'ordine delle cose. Giusto, severo e responsabile, non si lascia quasi mai andare a bizze o capricci, tranne quando si tratta di questioni di cuore.

GENEALOGIA DI ZEUS

In principio era il Caos, da cui emerse Gaia, la Terra. Gaia generò da sola Urano, il Cielo, con cui poi si unì dando alla luce 18 figli, di stirpe divina: gli Ecatonchiri (o Centimani), i Ciclopi, i Titani e le Titanidi.
Rea, una Titanide, sposò il fratello Crono, che con un falcetto evirò Urano e lo detronizzò. Ebbe così inizio una seconda generazione di dèi, quella a cui appartenne Zeus, l'ultimogenito di Crono. Rea partorì Zeus in segreto a Creta o, secondo alcune versioni del mito, in Arcadia. Riuscì così a salvarlo dalla sorte toccata ai suoi fratelli, che vennero inghiottiti alla nascita dal padre Crono, timoroso di essere spodestato da uno dei figli, così come predetto da Gaia. Al posto del bambino, Rea diede in pasto al marito una pietra avvolta in fasce, che Crono ingoiò senza sopettare nulla...

TITANI E GIGANTI

Dopo aver trascorso l'infanzia a Creta, una volta adulto Zeus iniziò ad avvertire sempre più forte il desiderio di impadronirsi del potere detenuto dal padre. Si rivolse perciò a Meti, la Prudenza, che gli fornì un farmaco da sciogliere nelle bevande di Crono. Quando Crono bevve la pozione, prima vomitò la pietra che aveva scambiato per Zeus, poi i cinque figli divorati alla nascita. Subito Zeus, con il sostegno di Ade e Poseidone, attaccò Crono e i Titani che, dopo dieci anni, furono sconfitti e cacciati dall'Olimpo. A far pendere la bilancia dalla parte di Zeus e dei suoi fratelli fu Gaia, che profetizzò loro la vittoria se avessero liberato i Ciclopi e gli Ecatonchiri, rinchiusi nel Tartaro da Crono. Zeus le obbedì e i Ciclopi, tornati liberi, lo ricompensarono aiutandolo a sgominare i suoi avversari. Ma per Zeus non era ancora giunto il tempo di trionfare. Lo attendeva un'altra sfida, e aveva il volto dei Giganti, furiosi per la sorte toccata ai Titani, loro fratelli maggiori. Generati da Gaia e dal sangue di Urano caduto sulla terra dopo la mutilazione da parte di Crono, i Giganti diedero l'assalto all'Olimpo. Mentre infuriava la battaglia, in soccorso degli dèi giunse però Eracle che, con le frecce e con la clava, fece strage dei Giganti, come aveva profetizzato Era. Il potere di Zeus era salvo, la sua era poteva dirsi cominciata.

I DONI DEI CICLOPI

Le armi con cui Zeus e i suoi fratelli riuscirono a prevalere sul padre Crono furono fornite loro dai Ciclopi: Ade ebbe un elmo in grado di rendere invisibile chiunque lo portasse, e grazie ad esso riuscì a sottrarre le armi di Crono; Poseidone il tridente con cui minacciò il padre; Zeus il fulmine con cui lo annientò definitivamente. Dopo la vittoria, le tre divinità si divisero a sorte l'universo: Zeus ebbe il Cielo, Poseidone il Mare, Ade gli Inferi. La Terra, invece, rimase assoggettata in ugual misura a tutti e tre.


IL DIO EROTICO

Zeus ebbe tre mogli (Meti, Temi ed Era) e innumerevoli amanti. La sua promiscuità fu tale che gli stessi Greci, non ritenendola consona a una divinità, si sentirono in dovere di giustificarla, interpretandola come un espediente utilizzato dal signore dei fulmini per dare vita a nuove stirpi di dèi o eroi.
In effetti Zeus può essere considerato il padre di gran parte delle divinità dell'Olimpo: da Apollo ad Artemide, generati con Latona, ad Atena, frutto della sua relazione con Meti, fino ad Ares, Ebe e Ilizia, nati dal matrimonio con la moglie-sorella Era. Proprio quest'ultima era la meno propensa ad accettare i tradimenti del compagno e si vendicava delle infedeltà perseguitando le amanti di Zeus e i figli nati dalle sue relazioni extraconiugali.
Accanto agli amori divini, ci sono poi quelli "terreni", con ninfe o donne bellissime: una girandola di avventure nelle quali Zeus non esitò ad assumere forme animalesche pur di raggiungere il suo scopo, spesso presentato dai mitografi come necessario, quando non provvidenziale. Eracle, ad esempio, nato dall'unione con Alcmena, fu concepito in quanto antagonista dei mostri malefici che in quell'epoca devastavano il mondo, mentre Elena (generata da Leda) per soddisfare l'esigenza di un conflitto (la guerra di Troia) che sfoltisse la popolazione troppo numerosa della Grecia e dell'Asia.

L'AMORE NEGATO

Benchè innamorato di Tetide, una Nereide allevata da Era, Zeus rinunciò a unirsi a lei: un oracolo aveva infatti predetto che il figlio nato dalla sua relazione con la ninfa sarebbe divenuto più potente del padre.

LA MADRE DI PERSEO

Poichè il padre l'aveva rinchiusa  in una torre di bronzo, Zeus andò da Danae in forma di pioggia d'oro e la possedette. Nove mesi dopo nacque Perseo.

LEDA E IL CIGNO

Zeus si accoppiò con Leda in forma di cigno. Dalla loro unione nacquero due uova: uno generò i Dioscuri, l'altro Elena e Clitennestra.

EUROPA E IL TORO

Per ingannare Europa, Zeus si trasformò in un toro, che la prese in groppa e la trascinò via mare fino all'isola di Creta, dove si unì a lei.

IL RATTO DI GANIMEDE

Ganimede era un bellissimo giovinetto che apparteneva alla stirpe reale di Troia. Un giorno, mentre custodiva in montagna le mandrie del padre, Zeus lo vide e se ne innamorò. Assunse perciò le forme dell'aquila e lo rapì. Ganimede fu condotto sull'Olimpo, dove Zeus, volendolo sempre al suo fianco, lo nominò proprio coppiere personale. Al padre del ragazzo, inconsolabile per il figlio rapito, il dio donò una mandria di cavalli divini o, secondo altre versioni del mito, una piantina di vite d'oro.


UN DIO DAI MILLE VOLTI

Di secolo in secolo, la figura del re degli dèi ha subito una singolare evoluzione nel campo delle arti figurative. Nel Rinascimento e nel periodo barocco, Zeus era protagonista soprattutto dei grandi affreschi che avevano per soggetto le divinità dell'Olimpo: distanti, altere, inavvicinabili. Nel Settecento, con l'avvento delle grandi monarchie, si è poi diffuso tra i sovrani il costume di farsi ritrarre nei panni del signore dell'Olimpo, per sottolineare la propria potenza. Più recentemente, gli artisti si sono concentrati sugli innumerevoli amori di Zeus, presentandolo dunque come una divinità con passioni alquanto "terrene". Sul grande schermo, invece, Zeus è stato uno dei protagonisti di Hercules (1997), un lungometraggio di animazione della Disney incentrato sulla lotta del re degli dèi (e di suo figlio Eracle) contro i Giganti, che tentano di contendergli il dominio sull'Olimpo e sul mondo intero.